Combattere la Calvizie Androgenetica: Cause e Rimedi Efficaci

L'alopecia androgenetica, comunemente nota come calvizie, è una condizione che colpisce indistintamente uomini e donne su scala mondiale, rappresentando la principale causa di diradamento del cuoio capelluto. È fonte di ansia e disagio, tanto da avere un forte impatto sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono. Si tratta di una patologia che comporta una notevole diminuzione della quantità dei capelli o dei follicoli piliferi, ovvero delle cavità all’interno del derma da cui si origina il pelo. In questo articolo, esploreremo in dettaglio le cause, i sintomi e i rimedi disponibili per combattere questa condizione.

Cos'è l'Alopecia Androgenetica?

L’alopecia androgenetica, chiamata anche calvizie, è la più comune malattia dei capelli. Si tratta di sinonimi: la definizione più corretta ed utilizzata è però alopecia o calvizie androgenetica. Si è a lungo definita alopecia seborroica perché si accompagna frequentemente ad un’elevata secrezione sebacea. Il termine “ereditaria” sottolinea che viene colpito da questo tipo di alopecia solo chi presenta nel proprio patrimonio genetico questa predisposizione, che può essere trasmessa, con uguale probabilità, sia dal ramo paterno che da quello materno. È un problema che affligge indistintamente su scala mondiale sia la popolazione maschile (80%) che quella femminile (50%).

Manifestazioni Differenziate nei Due Sessi

Le manifestazioni dell’alopecia androgenetica risultano diverse nei due sessi. Negli uomini, si verifica un progressivo diradamento nell’area fronto-temporale e nel vertice. Nei maschi i primi segni si presentano nei cosiddetti golfi o anse frontali (impropriamente definite stempiature) per poi colpire anche la zona apicale della testa. In seguito, il fenomeno coinvolge anche nell'area centrale "collegando" fronte e nuca. Nonostante il processo di diradamento continui ad avanzare, rimane sempre una striscia di capelli ai lati e posteriormente alla testa. Questa particolare condizione è definita dagli esperti "corona ippocratica" e molto raramente progredisce verso una calvizie completa.

Nella donna, sono interessati soprattutto il vertice e la zona frontale. Anche nelle donne si può manifestare in giovane età, a partire dai 16-20 anni per quelle in età fertile, con una progressione lenta ma costante fino ai 45-50 anni. L'alopecia androgenetica comporta una perdita di capelli a livello della zona centrale della sommità del capo, mentre la zona frontale è meno interessata (non c'è recessione dell'attaccatura). Tipicamente, la paziente lamenta che quando si fa la riga in mezzo i capelli sono radi e non coprono più il cuoio capelluto. Come nell'uomo, anche nella donna l'alopecia androgenetica porta raramente ad una perdita di capelli completa.

Sintomi Chiave dell'Alopecia Androgenetica

Quali sono i sintomi distintivi che caratterizzano la condizione patologica dell’Alopecia Androgenetica? Esploreremo in dettaglio i principali segnali e sintomi dell’alopecia androgenetica.

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  • Diradamento dei Capelli: Uno dei segnali più precoci e visibili dell’alopecia androgenetica è il diradamento dei capelli. Questo processo iniziale si manifesta con una graduale riduzione della densità dei capelli in aree specifiche del cuoio capelluto. Negli uomini, questa condizione spesso inizia con la perdita di capelli nella regione frontale, lungo l’attaccatura dei capelli, o sulla corona, formando un’area progressivamente più sottile e diradata. Nelle donne, invece, il diradamento è più diffuso e coinvolge generalmente la parte superiore e centrale del cuoio capelluto, mantenendo spesso intatta la linea frontale. I capelli in queste zone diventano più sottili, fragili e meno visibili, creando un aspetto complessivamente meno folto.
  • Limitata Capacità di Ricrescita: Un sintomo correlato al diradamento è la limitata capacità di ricrescita dei capelli. Anche se i follicoli piliferi rimangono attivi nelle fasi iniziali, i capelli che ricrescono tendono ad essere più sottili, più corti e privi della forza e della vitalità dei capelli originali. Questa condizione, nota come miniaturizzazione follicolare, è un processo progressivo in cui i follicoli piliferi producono capelli sempre più deboli e meno pigmentati fino a cessare completamente l’attività.
  • Retrazione della Linea dei Capelli (negli uomini): Negli uomini, un segno distintivo dell’alopecia androgenetica è la retrazione della linea dei capelli. Questo sintomo si manifesta come una progressiva retrocessione della linea frontale dei capelli, che causa un allargamento visibile della fronte e un cambiamento nell’aspetto complessivo del viso. La retrazione può assumere una forma a “M”, con recessione più pronunciata ai lati della fronte, mentre la zona centrale rimane relativamente stabile nelle fasi iniziali.
  • Rarificazione della Chioma (nelle donne): Nelle donne, la rarificazione della chioma è uno dei sintomi più comuni e percepiti. La densità dei capelli si riduce gradualmente, creando un aspetto di capelli più radi, in particolare nella zona centrale del cuoio capelluto. Questa perdita non è uniforme e può portare alla visibilità del cuoio capelluto attraverso i capelli, specialmente sotto la luce intensa.
  • Perdita di Capelli in Altre Regioni del Corpo: Sebbene meno comune, alcune persone affette da alopecia androgenetica possono sperimentare una perdita di capelli in altre parti del corpo, come sopracciglia, ciglia o peli corporei. Questo fenomeno è generalmente più raro e spesso correlato a condizioni ormonali o genetiche associate, piuttosto che alla sola alopecia androgenetica.
  • Progressione Graduale: Una caratteristica distintiva dell’alopecia androgenetica è la sua progressione graduale. I sintomi si sviluppano lentamente nel corso di anni o decenni, rendendo la condizione inizialmente meno evidente. Tuttavia, la perdita dei capelli tende a diventare più pronunciata nel tempo, con un’intensità che può variare da lieve a severa.
  • Ereditarietà: La ereditarietà gioca un ruolo cruciale nell’alopecia androgenetica. Se uno o entrambi i genitori hanno sofferto di questa condizione, esiste una maggiore probabilità che i figli la sviluppino. I geni associati all’alopecia androgenetica possono essere ereditati da entrambi i lati della famiglia, e la loro espressione può variare notevolmente in base a fattori ambientali, ormonali e genetici.
  • Reazione agli Ormoni Androgeni: L’alopecia androgenetica è principalmente causata dalla reattività dei follicoli piliferi agli ormoni androgeni, in particolare al diidrotestosterone (DHT). Questo ormone, derivato dal testosterone, si lega ai recettori dei follicoli piliferi, causando la loro progressiva miniaturizzazione e la riduzione della fase di crescita (anagen) dei capelli. Col tempo, questa reazione porta alla produzione di capelli sempre più deboli, sottili e corti fino alla completa cessazione della crescita.
  • Implicazioni Emotive: Infine, un aspetto fondamentale dell’alopecia androgenetica è il suo impatto emotivo. La perdita dei capelli può influenzare profondamente la fiducia in sé stessi, causando ansia, depressione e problemi di autostima.

Riconoscere i sintomi è fondamentale per gestire questa situazione. Se sospetti di essere affetto da alopecia androgenetica, è altamente consigliabile consultare un medico o un dermatologo per una valutazione accurata e per discutere delle opzioni di trattamento disponibili. La diagnosi precoce e il trattamento adeguato possono contribuire a gestire i sintomi e migliorare la salute dei capelli.

Cause dell'Alopecia Androgenetica

L'alopecia androgenetica è determinato da fattori ormonali e genetici. Gli ormoni androgeni (maschili) rappresentano, in particolare il motivo principale per lo sviluppo della condizione; questi agiscono sui follicoli piliferi trasformandoli e rendendoli sempre più piccoli e superficiali.

Ruolo del Diidrotestosterone (DHT)

Una causa certa dell’alopecia androgenetica è la sovrabbondante presenza di deidrotestosterone (o diidrotestosterone, in sigla DHT) nel follicolo del capello. L'ormone più importante nello sviluppo dell'alopecia androgenetica è il diidrotestosterone (DHT), prodotto localmente nel follicolo pilo-sebaceo del capello a partire dal testosterone (ormone androgeno prettamente maschile, ma presente, in minore entità, anche nelle donne), che arriva in tale sede attraverso i vasi sanguigni.

Il processo chiave è rappresentato dalla progressiva miniaturizzazione dei follicoli piliferi. Questo fenomeno è provocato principalmente dall’azione di ormoni androgeni, in particolare dal diidrotestosterone (DHT). Il DHT, agendo sui follicoli piliferi, ne determina una riduzione delle dimensioni e della vitalità, facendo sì che i capelli diventino sempre più sottili e più corti. Questo processo continua fino a quando i follicoli piliferi non riescono più a produrre capelli, risultando in una calvizie visibile.

Si tratta di un falso perché è solo il deidrotestosterone (DHT) presente in ogni singolo follicolo e non la quantità di testosterone totale a innescare il processo alopecico. Occorre precisare che, diversamente da quanto talvolta si crede, gli uomini affetti da alopecia androgenetica non hanno livelli di androgeni nel sangue più alti rispetto ai loro coetanei, ma semplicemente sono più sensibili agli effetti di questi ormoni (l'alopecia androgenetica maschile non si associa, quindi, a problemi ormonali).

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Predisposizione Genetica

Il termine “ereditaria” sottolinea che viene colpito da questo tipo di alopecia solo chi presenta nel proprio patrimonio genetico questa predisposizione, che può essere trasmessa, con uguale probabilità, sia dal ramo paterno che da quello materno. L'alopecia androgenetica colpisce solo i follicoli piliferi di alcune aree del cuoio capelluto che prendono il nome di aree "androgeno-dipendenti" (aree laterali e posteriori del capo nei maschi; vertice della testa nelle femmine). I geni che predispongono alla calvizie sono ancora sconosciuti, comunque si tratta di una malattia poligenica, cioè causata da molti geni diversi.

Se però qualcuno degli ascendenti (genitori o nonni) ha “trasmesso” il gene dell’alopecia il destino è (quasi) ineluttabile. Quel “quasi” fra parentesi è dovuto al fatto che ogni persona possiede due esemplari dello stesso gene, provenienti uno dal padre e l’altro dalla madre. Inoltre è dubitata anche una causa genetica, in quanto se i figli di genitori calvi diventano a loro volta calvi è perchè solitamente il carattere psico-educativo dei genitori si ripercuote sui figli. Prova ne è che figli di genitori calvi adottati da genitori non calvi non sviluppano calvizie, mentre viceversa figli di genitori non calvi adottati da genitori calvi la sviluppano molto facilmente. Vi è però da tener presente l’influenza che gli ormoni dello stress della madre possono avere anche sul feto, da cui la credenza diffusa che l’ereditarietà della calvizie sia per parte di madre.

Altri Fattori Coinvolti

Oltre alla presenza del DHT e dei fattori genetici, altre cause sembrano comunque essere coinvolte nel processo alla base della malattia. L’alopecia androgenetica è legata all’attività della 5alfa-reduttasi di tipo II, che trasforma il testosterone in diidrotestosterone. Essendo quest’ultima necessariamente incompleta, il fusto che ne deriverà sarà più sottile e corto (vellus). Un secondo processo patologico consiste nella perdita dell’individualità dei cicli papillari (caratteristica del cuoio capelluto adulto normale) e quindi della loro sincornizzazione. Un terzo fenomeno è l’aumento della fase di kenogen: quando il fusto del pelo si stacca alla fine del telogen, il follicolo è già occupato da un altro in anagen avanzato.

In aggiunta a ciò (o secondo alcuni in alternativa) la causa è l’atrofia dei capillari sanguigni dovuta all’azione vasocostrittrice periferica dovuta agli ormoni dello stress. A conferma di ciò ne è che la calvizie è più diffusa tra le persone psicologicamente subordinate. Secondo questa eziologia il destino del cuoio capelluto è già segnato dall’età di 13 anni, come indica l’equivalenza “forfora giovanile-calvizie adulta”. Inoltre, secondo chi sostiene che l’atrofia da stress è l’unica causa, evidenzia che i derivati del testosterone non siano la causa, ma un effetto secondario dovuto proprio agli ormoni dello stress (adrenalina, cortisolo) ossia solamente cataboliti di esso del tutto estranei allo sviluppo della patologia, e dovuti proprio alla distruzione del testosterone causata dagli ormoni dello stress.

Rimedi e Trattamenti per l'Alopecia Androgenetica

Si può curare l’alopecia androgenetica? Almeno nelle prime fasi, le cure contro l’alopecia androgenetica richiedono una certa costanza con, ad esempio, applicazioni locali e/o assunzioni di preparati per bocca giornalmente. Quando il fenomeno è sotto controllo si può invece ampliare l’intervallo tra un’applicazione e l’altra a 2-3 giorni. E’ opinione diffusa che una malattia ereditaria non si possa curare, ma la medicina, per nostra fortuna, è in grado di curare malattie geneticamente trasmesse di gravità ben peggiore della calvizie.

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Attualmente sono disponibili numerosi trattamenti farmacologici per interrompere il processo di diradamento progressivo dei capelli. I trattamenti farmacologici che abbiamo a disposizione sono tanto più efficaci quanto prima viene iniziata la terapia. Se il responso è chiaramente orientato verso la calvizie androgenetica diventa opportuno il ricorso ad alcuni principi attivi.

Terapie Farmacologiche

  • Minoxidil: è forse la molecola più conosciuta con effetti sull’alopecia androgenetica. La scoperta della sua efficacia è stata casuale in quanto diversi pazienti affetti da ipertensione e trattati con questo farmaco per via orale, manifestavano una certa ricrescita di capelli. Sembra avere una maggiore efficacia sul vertice, mentre sembra essere meno attivo sulla zona fronto-temporale. Come prodotto tricologico si preferisce somministrarlo per via locale sotto forma di lozione, con diverse percentuali di principio attivo (tipicamente dal 2 fino al 5%).

    Non è ancora perfettamente chiaro il meccanismo di azione: senza dubbio NON è l’incremento della circolazione sanguigna locale (altri vasodilatatori assai più potenti non hanno alcun effetto anti-calvizie), ma probabilmente agisce sulla regolazione dei cicli biologici, aprendo a livello del follicolo i canali del potassio, regolatori di una serie di processi cellulari. Il Minoxidil è usato per combattere l'alopecia androgenetica, nelle prime fasi della malattia, sia negli uomini che nelle donne.

  • Finasteride: anche in questo caso si tratta di una molecola nata per altri scopi ed in particolare per la cura dell’ipertrofia della prostata. Individuata piuttosto recentemente come anticalvizie pare possa fornire risultati molto interessanti, perché agisce sulla causa prima della calvizie androgenetica: la formazione di deidrotestosterone . Fino ad ora viene somministrata per via generale (compresse e capsule) anche se si stanno testando somministrazioni locali sotto forma di lozione.

    Negli Stati Uniti viene indicato come farmaco concesso solo agli uomini: nelle donne vengono ritenuti troppo alti i rischi di malformazione del feto in caso di concepimento. La finasteride, a basso dosaggio (1 mg), assunta per via orale, antagonizza l’effetto negativo degli ormoni androgeni sul follicolo pilifero, riducendo la caduta dei capelli. Non favorisce la ricrescita e funziona solo per la calvizie di tipo maschile, inibendo un enzima (la 5-alfa-reduttasi) che trasforma il testosterone in DHT, la molecola che fa atrofizzare il follicolo pilifero. La finasteride è un farmaco tendenzialmente ben tollerato. A volte risulta sgradito per la presenza di possibili effetti collaterali nella sfera sessuale (dalla diminuzione della libido, alla riduzione del volume di eiaculato, all’impotenza).

    Il farmaco più importante è la finasteride : un farmaco (approvato per il trattamento dell’alopecia androgenetica maschile dalla FDA statunitense nel 1997) inibitore della 5 alfa reduttasi di tipo II, prescritto in quantità di 1mg/dì(alcuni pazienti riportano però buoni benefici anche a dosaggi inferiori). La terapia va continuata per tutta la vita poiché dopo alcuni mesi dalla sospensione i capelli torneranno a cadere ed un’eventuale ripresa della terapia non porta agli stessi benefici. Gli effetti collaterali noti sono: diminuzione della libido, liquido seminale con quantità spermatica minore.

  • Spironolattone: Questa molecola è usata a livello topico o per via sistemica con lo scopo di impedire che il DHT si leghi al suo recettore. Lo spironolattone stimola la ricrescita dei capelli e può essere utile per l'alopecia di tipo femminile associata ad iperandrogenismo. Nell'uomo può provocare effetti femminilizzanti e per questo ne viene sconsigliato l'utilizzo.

  • Altri Farmaci: I farmaci ormono-modulatori, come contraccettivi orali, possono essere utili per l'alopecia di tipo femminile associata ad iperandrogenismo.

  • Super Ossido Dismutasi: composti, detti anche SOD, che sembra abbiano la capacità di prolungare la durata della fase di crescita o Anagen dei capelli, similmente al Minoxidil. Si applica localmente, anche se già da tempo viene usato in integratori, da assumere per via orale, come anti-ossidante. Probabilmente l’efficacia è dovuta al fatto che impedisce che arrivi al follicolo il messaggio biologico di interruzione del ciclo pilifero: pertanto il capello non entra in fase telogen e continua a vivere.

  • Tretinoina o acido transretinoico: viene usato da molti anni nel trattamento di diversi problemi della cute e soprattutto per l’acne. Ha dimostrato di essere un efficace stimolante nella crescita dei capelli soprattutto se associato al Minoxidil, migliorandone la penetrazione percutanea.

  • Acido Azelaico: noto come antiacne ha dimostrato di inibire localmente la trasformazione del Testosterone in Deidrotestosterone; è da poco considerato come principio anti-calvizie, ma sembra che i risultati siano molto incoraggianti.

  • Serenoa Repens: si tratta di una pianta nota anche come Palmetto della Florida. Dalle bacche si ottiene un preparato che ha un’attività antiandrogena perché capace di ridurre la produzione del deidrotestosterone.

  • Zinco e vitamina B6: studiando l’effetto dello zinco applicato localmente si è osservato che inibisce la produzione del deidrotestosterone. L’associazione della vitamina B6 potenzia questo effetto anti-DHT (sembra che la vitamina B6 abbia anche da sola effetti antiandrogeni).

  • Camellia Sinesis: è un principio naturale noto anche come estratto di The Verde. Ha un effetto provato di antiossidante, efficace contro i radicali liberi, corresponsabili dell’invecchiamento della pelle e degli annessi cutanei tra cui i follicoli capilliferi.

  • Ketoconazolo: svolge un’attività antiandrogena topica benchÈ il suo utilizzo pi frequente riguardi il trattamento della dermatite seborroica.

  • Ciprocetone acetato: uno dei pi efficaci antiandrogeni. Per via generale viene usato solo nel trattamento del fenomeno nelle donne. Non ancora chiaro l’effetto sull’alopecia androgenetica: in alcuni casi è molto efficace, in altri non ha alcun effetto.

I farmaci impiegati appartengono principalmente alla categoria degli antipertensivi, come il minoxidil e lo spironolattone, che stimolano la ricrescita, o agli antiandrogeni, come la finasteride. Questi ultimi antagonizzano l’effetto negativo degli ormoni androgeni a livello del follicolo, riducendo la caduta. Specifici shampoo e integratori possono coadiuvare il trattamento.

Altri Trattamenti

  • la ionoforesi: serve solo per veicolare nella cute sostanze attive utilizzando un campo elettrico creato fra un polo negativo ed uno positivo.
  • la mesoterapia: come il caso precedente, è solo un modo per veicolare le sostanze curative. Nella mesoterapia si iniettano direttamente i principi attivi nel cuoio capelluto con una siringa (mono-ago o multi-ago), utilizzando tecniche particolari diverse dalla semplice iniezione.
  • la laserterapia: non influenza la trasformazione locale del testosterone in DHT, ma ha una azione normalizzante e stimolante il microcircolo e le funzioni intra/extracellulari.

È ampiamente dimostrato che nell’alopecia androgenetica l’uso combinato di pi principi attivi offre risultati ben superiori alla semplice somma dei loro benefici.

Approccio Chirurgico: Autotrapianto di Capelli

Alternativa o complementare alla terapia medica è quella chirurgica, cioè l’autotrapianto (vedi trapianto di capelli). La tecnica consiste nel “taglio” di una striscia di capelli, che sono poi ritagliate in parti molto più piccole e impiantate nella zona soggetta a calvizie. La tecnica dell’autotrapianto ha avuto significativi progressi negli ultimi 50 anni.

Stile di Vita e Cura dei Capelli

Specifici shampoo e integratori possono coadiuvare il trattamento. L'uso di integratori contenenti oligoelementi e aminoacidi può essere utile, purchè privi di Vitamina A che può peggiorare la caduta dei capelli.

Diagnosi dell'Alopecia Androgenetica

Per una diagnosi accurata dell’alopecia è fondamentale effettuare una visita tricologica con un dermatologo specializzato. Questa valutazione serve a indagare le possibili cause dell’alopecia e ad escludere altre patologie che possono influenzare la crescita dei capelli. Il dermatologo per prima cosa esamina la storia clinica del paziente per individuare eventuali cause scatenanti (familiarità, malattie, assunzione di farmaci, diete, eventi stressanti etc.) il problema. In seguito esegue l’esame obiettivo del cuoio capelluto. L’osservazione del cuoio capelluto e dei capelli con un dermatoscopio permette di valutare eventuali problemi con la struttura stessa del fusto del capello. Inoltre, se la perdita dei capelli è associata a rossore, prurito o alterazioni cutanee, è importante escludere la presenza concomitante di altre patologie.

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